Cos’è un brand manual?
Bibbia, bussola, mappa. Ci sono diverse metafore che potrebbero aiutarci a definire cos’è e a cosa serve il brand manual.
Ma l’esperienza ci insegna che applicare la teoria alla pratica, cioè a un nostro progetto, è spesso molto più efficace. Detto fatto, scegliamo un recente case study: Pointhouse, brand di arredamento colorato e frizzante, come i tavoli e le sedie che produce.
Da cosa nasce cosa
Qui in agenzia, come nelle aziende, capita spesso che i progetti più interessanti e complessi cambino forma in corso d’opera, arricchendosi. È il caso del catalogo di Pointhouse. Avviata la collaborazione, abbiamo proposto al cliente di disegnare prima un perimetro d’azione. Il brand manual, appunto, per delineare l’identità del marchio e i suoi orizzonti strategici, così da indirizzare tutti verso l’obiettivo. Oggi e domani.
Indice: cosa contiene un brand manual
Come una fisarmonica, il brand manual è un documento che può ampliarsi o restringersi a seconda delle esigenze. Nel caso di Pointhouse troviamo tre sezioni: una parte strategica, una visiva, una verbale. Nell’insieme contribuiscono a disegnare l’identità del brand, ma anche ad aprire i suoi orizzonti. Il capitolo sulla strategy, per esempio, riunisce i pilastri aziendali (purpose, vision, mission) e i valori. I capitoli successivi declinano questi statement in linee guida per coordinare immagine e voce del marchio.
Fase 1: start with why
Lavagna bianca, pennarelli e bloc-notes sul tavolo: la fase uno del brand manual può iniziare. Ci mettiamo in ascolto e guidiamo il cliente con alcune domande che ci aiutano a inquadrare il suo Golden Circle: perché l’azienda fa quello che fa (why), come lo fa (how), e cosa fa (what). Poi si scende ancora: passiamo per purpose, responsibility, vision e mission, fino ai valori. Il processo è collettivo. Un botta e risposta prezioso che mette in ordine le idee. Infine si passa all’archetipo: qual è la personalità del marchio?
Fase 2: sintesi
Tosta ma fondamentale, la sintesi è il nostro dovere. Prima disponiamo gli stimoli ricevuti sulla scrivania — concettualmente, si intende, altrimenti non ci starebbero tutti! — e poi iniziamo a fare ordine. Il team grafico redige le linee guida dell’identità visiva per l’utilizzo efficace e coerente di marchio, colore, tipografia e immagine. Chi scrive pensa all’identità verbale, che comprende tono di voce, manuale di stile, esempi. Lo scopo è migliorare la riconoscibilità del brand, valorizzandone il percepito.
Fase 3: condivisione e utilizzo
Esportata l’ultima versione (per ora), presentiamo il brand manual al cliente. È una delle fasi più belle e delicate: potenzialmente stiamo definendo quello che per diverso tempo sarà il documento guida per il marchio, e per tutte le lavorazioni che faremo insieme, catalogo compreso. Deve convincere e ciò che non convince verrà limato. Ma non finisce qui. Il brand manual è un documento aperto: utilizzandolo potrà essere arricchito e modificato. O persino declinato. Per Pointhouse abbiamo creato una versione compatta di dieci punti, “10 points on Pointhouse”, che raccoglie le indicazioni più utili per chi si occupa delle vendite.
Perché un brand manual, in una risposta
Il brand manual aiuta a compiere delle scelte. Riunendo in un solo documento una parte più razionale e una più valoriale, il brand manual è la bussola che indirizza le decisioni strategiche e creative. Migliora la mira di ogni materiale di comunicazione, rende più efficace ogni progetto, rafforza l’immagine del marchio.